Angela scrive:
Attraverso l'uso di strumenti radionici, fede e preghiera, una signora è stata fatta uscire dal coma, diagnosticato inreversibile, con esito medico equiparato a "Miracolo". Non spiegabile a livello scientifico.
Il 22 maggio 2008 Cristina, dopo un’operazione chirurgica allo stomaco ben riuscita, si sveglia dall’anestesia in ottima forma e per tutta la giornata è di ottimo umore. Di notte, durante un normale controllo infermieristico, viene trovata violacea e con arresto cardio-respiratorio. Scatta l’allarme, inizia la terapia per rianimarla. Il nostro pensiero è “Signore aiutaci” e inizia la preghiera. La ricerca con il Biotensor dice di iniziare la terapia con l’Oscillatore a Lunghezze d’Onda Multiple di Lakhovsky (O.L.O.M.) e l’Orgone di W. Reich, avviati contemporaneamente per via radionica (a distanza con un testimone). Il Biotensor mi segnala la morte fisica. Si continua con preghiere e con terapie radioniche senza interruzione.
Il 23 Maggio, il fratello Alberto mi comunica che Cristina è stata rianimata. L’arresto del cuore, secondo i medici, è stato di oltre 20 minuti; con la Radiestesia mi risultano 24 minuti. Viene trasferita in sala di rianimazione in coma profondo: il verdetto è “nessuna speranza”, perché dopo un arresto simile i danni sono permanenti, si rimane “un vegetale”. Continua la terapia dell’O.L.O.M. e dell’Orgone senza interruzione. Sabato 24, con una mia ricerca radiestesica risulta che Cristina si riprende e non ha subito danni cerebrali, né ad altri organi. Stacco tutte le macchine che erano rimaste da allora sempre accese. Il verdetto medico invece è questo: preparare il consenso per la donazione degli organi, è possibile la morte, se rimane in vita resterebbe comunque un vegetale. Noi continuiamo la preghiera e la benedizione in chiesa dei suoi indumenti per tutta la domenica.
Lunedì 26, con ricerca radiestesica stabilisco la terapia di 4 ore di O.L.O.M. e 8 ore di orgone. In famiglia c’è disperazione, esigo si parli solo in positivo anche se il verdetto medico è “senza speranza”. L’analisi radiestesica dice che “tornerà come prima”. Dal 27 si sospendono le terapie radioniche e Cristina dà segni di leggero miglioramento. Consiglio di togliere il respiratore, ma i medici non credono sia opportuno; si continua a pregare. Domenica 1° giugno, fortunatamente l’intervento di tracheotomia effettuato non riesce e Cristina se la cava con qualche forellino; sopraggiunge la febbre e con una mia analisi radiestesica Cristina avrebbe bisogno di 11 ore di Orgone.
Il giorno 3 Cristina riprende conoscenza, dopo 13 ore di Orgone, inizia a ridere e manda baci, non parla, ma a gesti si fa capire dal medico. Finalmente i medici parlano di MIRACOLO. Nei giorni che seguono inizia a muovere le gambe, poi le spalle, poi beve e riesce a deglutire; continuano terapie radioniche e preghiere. I medici pensano di applicare un Pace-maker (dicono che non può vivere 10 senza) secondo la mia ricerca il cuore è sano, assolutamente non richiede nessun intervento del genere. Il Signore ci aiuterà! Cristina racconta di un suo viaggio mentre era in coma: “ho dormito in un nido di piume d’aquila, vicino ad un lago di acqua limpidissima”. Il medico di turno che l’ha trovata in arresto cardiaco testimonia “l’ho trovata morta”; di solito la rianimazione dura 18 minuti “per lei l’ho prolungata”, ma sappiamo che dopo 10 minuti di arresto cardio-respitratorio ci sono danni cerebrali: “per noi questo è un miracolo”.
Dal 12 e per i giorni che seguono si alternano e si sospendono terapie radioniche, secondo le analisi radiestesiche effettuate. Purtroppo però subentrano febbre, flebite, infezione. Finalmente Cristina, ancora in sala intensiva, si siede sul letto. Il 24 giugno, un Suggerimento mi consiglia di portare via Cristina da Bologna; fra mille problemi e minacce da parte dei medici, la trasferiamo a Cotignola; grazie Signore! Si passa dalla sala intensiva ad un ospedale simile ad un Hotel di I categoria. Cristina migliora di giorno in giorno ed inizia a camminare; si esamina il cuore: niente Pace-maker! Tutto ok.
Il 7 luglio Cristina torna a casa dall’ospedale camminando e parlando tranquillamente. Dopo 5 giorni è in perfetta forma. Scrive, lavora, guida la macchina, va in bicicletta, ride e sfoglia le 1123 pagine della sua cartella clinica. Ricorda però con angoscia le violenze subite in sala di rianimazione quando tutti pensavano, erroneamente, che lei fosse diventata “un vegetale”, mentre invece era presente e sentiva tutto. Queste sono le prove: grazie a Dio, alla Natura, alla Radiestesia e alla Radionica. Ripeto, Grazie ancora.
Angela Cassani